CAEX I 2018, la Complex Aviation Exercise dell’AVES.

Testo e foto di Claudio Toselli, ove non diversamente indicato). Il Comando Aviazione dell’Esercito, sotto la guida del Generale di Brigata Paolo Riccò, ha avviato una prima Esercitazione Quadri, ovvero una fase preliminare di pianificazione da parte dei Comandanti, svoltasi a Viterbo dal 9 al 15 aprile, e successivamente, dal 14 al 25 maggio, ha coinvolto i reparti della Specialità in una seconda fase addestrativa, svoltasi tra Lazio, Umbria e Toscana.
Lo scopo della CAEX I era quello di approntare e validare gli assetti dell’Aviazione dell’Esercito da impiegare nei teatri operativi al fine di verificare e affinare le capacità di condotta delle operazioni nella terza dimensione, unitamente a quelle decisionali nella pianificazione e nella gestione del personale delle unità, in modo idoneo per affrontare e gestire le situazioni di crisi.

I reparti interessati sono stati numerosi: il Comando di Sostegno Aviazione dell’Esercito, il Comando Brigata Aeromobile “Friuli”, il Comando Brigata RISTA/EW, il Policlinico militare “Celio”, il Centro Militare Veterinario, il 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares”, 2° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Sirio”, il 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”, il 4° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Altair”, il 5° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Rigel”, il 7° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Vega”, il 66° Reggimento Fanteria Aeromobile “Trieste”, il 17° Reggimento Artiglieria Contraerei “Sforzesca”, il 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore”, il 41° Reggimento “Cordenons”, il 7° Reggimento Difesa NBC e l’11°Reggimento Trasmissioni. Coinvolti oltre 600 militari nonché 8 AH-129D, 8 UH-90, 3 UH-205, 2 HH-412, 1 HH-212, 4 CH-47, un aereo UC-228, sistemi Istar, sistemi di comando e controllo e di contro-interdizione quali Raven, Safe Strike e Skyguard Aspide e sono stati utilizzati droni di osservazione e sistemi di simulazione d’arma Miles e Simunition.

Il 21 maggio ha visto una complessa attività ripartita, alla mattina, tra il poligono di Monti di S. Andrea e, nel pomeriggio, nell’area della ex polveriera di Tarquinia.
La prima, volta alla cattura di un high value target (obiettivo nemico ad alta valenza), ha visto l’impiego di tre task group (reparti in addestramento) ai quali sono stati assegnati tre diversi settori. L’obiettivo, costituito dall’edificio sede del comandante nemico, era circondato da tre posti di osservazione e allerta equipaggiati con tre mitragliatrici medie che fornivano la sicurezza al comandante e quindi permettevano di conoscere in anticipo i diversi assetti a lui ostili.
L’operazione ha quindi previsto l’acquisizione di questi tre posti di osservazione mediante tre elicotteri d’attacco “Mangusta” nonché, in concorso, da elicotteri UH-90 con l’immissione sul campo di plotoni aeromobili. Immediatamente dopo, l’intervento di un CH-47F ha sbarcato un plotone del 66° Reggimento di Fanteria Aeromobile “Trieste” che ha provveduto alla bonifica dell’edificio portando a termine la missione di acquisizione dell’obiettivo.
In questo contesto, sono stati impiegati assetti cinofili specializzati nella ricerca di esplosivi nonché assetti Medevac e Vetevac, volti al recupero di persone e di animali feriti. Al termine di tali operazioni, sono state effettuate due attività di personnel recovery (recupero di personale rimasto isolato).

Diversamente, quella del pomeriggio, presso l’ex polveriera di Tarquinia, ha visto come missione principale l’estrazione di personale diplomatico italiano tenuto in ostaggio da gruppi di insurgens nella sede del Consolato italiano in teatro d’operazione. Nella settimana precedente era già stato emanato un piano di contingenza per permettere ai task group di pianificare l’operazione. All’atto pratico, l’attività si è svolta inizialmente con l’ingaggio dell’area da parte degli elicotteri AH-129D e, successivamente, con l’immissione di assetti cinofili prima e plotoni elisbarcati da UH-90 e CH-47F che hanno dato inizio a un rastrellamento degli edifici. Quasi in contemporanea altri due plotoni sono stati immessi in teatro tramite operazioni di sbarco mediante fast rope. E’ stato quindi effettuato da un HH-412 il recupero al verricello di personale del corpo diplomatico rimasto isolato sul tetto di un edificio. Anche qui si è potuto assistere a un’attività di Forward Medevac: un VTLM “Lince” è stato prontamente scardinato mediante l’utilizzo di un kit di estrazione per permettere il prelievo del ferito, identificato con un simulatore avanzato di paziente SimMan 3G, recuperato poi al verricello da un UH-205.

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