Operazione Black Shield

A partire dalla metà degli anni cinquanta la NATO ha organizzato l’Air Policing (AP) ovvero l’integrazione in un unico sistema di difesa aerea e missilistico della NATO dei rispettivi e analoghi sistemi nazionali messi a disposizione dai paesi membri, condotta nella continua sorveglianza e identificazione di tutte le violazioni all’integrità dello spazio aereo NATO e fronteggiate con appropriate azioni utili a contrastarle, come ad esempio lo scramble, il decollo rapido di velivoli caccia intercettori.
L’allargamento dell’Alleanza Atlantica ha portato l’Aeronautica Militare all’assunzione dei nuovi compiti operativi al fine di assicurare il dispositivo di difesa dello spazio aereo ad interim di Air Policing. Oggi l’Italia partecipa con continuità all’Interim Air Policing a favore di Slovenia in modo permanente dal 2004 e dell’Albania, dal 2009, e del Montenegro, dal 2018, alternandosi con Grecia e Ungheria, mentre partecipa a rotazione alla NATO Baltic Air Policing sui Paesi baltici e all’Air Policing sull’Islanda. L’attività viene svolta nell’ambito dell’area di responsabilità del Comando Operativo Alleato della NATO (Allied Command Operation – ACO) di stanza a Bruxelles e viene coordinata dal Comando Aereo (Air Command) di Ramstein in Germania.

Nel piano di rinnovamento della Forza Armata, denominato Aeronautica 4.0, sono stati rivisti e sviluppati ad hoc i manuali addestrativi e di impiego, le tattiche, le tecniche e le procedure per garantire l’assolvimento della missione assegnata in maniera efficiente ed efficace. Il Comando Forze da Combattimento, che dipende dal Comando Squadra Aerea, assicura che il personale impiegato sia pronto ad affrontare al meglio le sfide intrinseche di tali operazioni ed assicura il necessario supporto affinché l’operatività a salvaguardia dell’integrità e della sicurezza dello spazio aereo NATO sia garantita sempre al cento per centro, 365 giorni all’anno.
Nell’ambito di Enhanced Air Policing, ovvero il potenziamento di tali attività a favore dei Paesi membri ai confini orientali, si è svolta l’operazione Black Shield che si poneva il compito di concorrere all’integrità dello spazio aereo della Romania, rafforzando l’attività di sorveglianza normalmente svolta dai Mi-21 della Forṱele Aeriene Romậne con un dispositivo di difesa integrato con velivoli Typhoon, provenienti dal 4°, 36° e 37° Stormo dell’Aeronautica Militare.
La Task Force Air 4th Wing (TFA) dislocata sulla base aerea di Mihail Kogalniceanu, nelle vicinanze di Costanza sul Mar Nero, composta da quattro Typhoon con relativi piloti, tecnici, specialisti e personale logistico, ha visto impiegati circa 130 militari provenienti dagli Stormi Eurofighter. A metà maggio, con la consegna della certificazione di Full Operational Capability (FOC) della TFA da parte da parte del personale valutatore proveniente dal Combined Air Operations Centre (CAOC) di Torrejon, l’Operazione ha preso ufficialmente avvio.

In quasi quattro mesi di missione, la TFA ha prodotto in totale circa 500 ore di volo con 4 Alpha Scramble attivati dal CAOC NATO (Combined Air Operations Centre) di Torrejon (Spagna), attraverso il CRC (Control and Reporting Center) di Balotesti (Bucarest) per l’identificazione di alcuni velivoli entrati, senza autorizzazione, nello Spazio Aereo della FIR (Flight Information Region), di competenza degli enti del controllo rumeno. Numerose anche le missioni di Scramble simulati (Tango Scramble) per l’addestramento alla prontezza operativa a cui si sono aggiunte le quotidiane attività addestrative unitamente ai MiG-21 Lancer, L-39 e F-16 rumeni ed F-16 americani del 457th Expeditionary Fighter Squadron, nonché con le forze di terra della componente statunitense. In particolare, negli ultimi giorni, a testimonianza delle diverse capacità che il velivolo Eurofighter è in grado di esprimere, i piloti hanno svolto missioni esercitative di supporto ravvicinato alle truppe di terra (CAS – Close Air Support) con i militari dell’US Army che si sono addestrati per attività JTAC (Joint Terminal Attack Controller) al fine di standardizzare le procedure tra i due paesi NATO per una più efficace integrazione degli assetti. Da segnalare che gli Eurofighter italiani hanno altresì partecipato già nel primo mese di missione all’esercitazione internazionale Thracian Star in Bulgaria, svolgendo missioni di cooperazione con Mig-29 bulgari, F16 greci, F16 e MIG 21 rumeni.
Oltre agli equipaggi di volo, l’addestramento ha coinvolto anche il personale italiano in organico alla Task Force e distaccato presso il Control and Reporting Centre di Balotesti, vicino Bucarest, che ha svolto attività di controllore guida caccia e di supporto ed addestramento all’omologo personale rumeno.
Non sono mancate, inoltre, altre opportunità di confronto e formazione tra il personale italiano rischierato e personale della forza aerea rumena, nei settori della manutenzione e della gestione delle emergenze. Attività che hanno contribuito a rafforzare l’integrazione delle forze e la friendship nell’ambito dell’Alleanza promuovendo l’analisi, l’approfondimento ed il perfezionamento delle procedure e delle tattiche, opportunità queste altamente apprezzate dalla nazione ospite.
La Black Shield si è conclusa il 17 agosto con i rientro in Italia dei 4 Typhoon, mentre nei giorni in corso seguirà la fase di re-deployment con il graduale rientro del personale e dei materiali.

(Fonte e crediti fotografici SMD)

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