UNA “FURIA DEL MARE” A RAVENNA

di Claudio Toselli

Il "308/K" D-CRZY

“Ha toccato, ha toccato!!!” questo è stato il grido spontaneo quando il potente Hawker Sea Fury FB MK.11 codificato D-CRZY  ha posato le sue ruote per la prima volta sull’aeroporto ravennate di La Spreta nel pomeriggio del 20 ottobre scorso. Un avvenimento importante sia per questo aeroporto un po’ dimenticato, sia per gli appassionati che da tempo attendevano questo straordinario velivolo che Stefano Landi ha deciso di aggiungere alla sua collezione, costituita da un Boeing Stearman PT-17, uno Yakovlev Yak.11, un Extra 300 LX e un Maule MX 07, e di base sull’aviosuperfice di FlyOzzano (LIKO) in provincia di Bologna.

Pilotato da Stefano Landi è giunto a Ravenna La Spreta da Eschbach in Germania, sede della MeierMotors, dopo un volo di circa un’ora. Acquistato nel 2018 dal notissimo pilota acrobatico, il Sea Fury è stato completamente revisionato e perfettamente rimesso in condizioni di volo dalla ditta tedesca specializzata nel ricondizionamento e restauro di aerei storici. Il 21 settembre 2020, al termine  dei lavori e certificato con la nuova registrazione civile tedesca, Achim Meier, amministratore delegato della MeierMotors lo ha portato nuovamente in volo. Questo è il primo ed unico Sea Fury a volare in Italia; provvisoriamente è basato sull’aeroporto ravennate, in attesa che sull’aviosuperfice di FlyOzzano siano realizzate le strutture adeguate per il suo accoglimento, e dando così al suo proprietario di completare al meglio la familiarizzazione con una macchina dalle caratteristiche tecniche di non facile gestione sia a terra che nella condotta di volo.

Questo Sea Fury è stato costruito nel 1947 dalla Hawker Aricraft Ltd, S/N WJ 298, come viene riportato dalla targhetta identificativa che la MeirMotors ha applicato in coda a fianco alle immatricolazioni pregresse: Royal Navy WJ298, Iraqi Air Force 308, la civile australiana VH-HFG, e l’ultima civile americana N97SF nonché  ovviamente l’attuale D-CRZY.
La sua storia – come peraltro quella di altri Sea Fury – è caratterizzata da alcune incertezze (vedi nota) ma la seguente è quella ufficiale.
Uscito dalle linee di produzione del 1947 con il c/n 37727 servì nella Royal Navy con il codice WJ298 per poi passare all’Aviazione Irakena nel 1952, con il codice 308. Nel 1979 due appassionati americani, Ed Jurist e David Tallichet acquistarono e importarono negli Stati Uniti molti esemplari abbandonati su una base irachena immagazzinandoli a Orlando (Florida) nel 1982. Successivamente venne acquistato da Guido Zuccoli, un italo-australiano fondatore del movimento Classic e Warbird in Australia. Basato a Darwin per il restauro nel novembre 1983 venne registrato  come VH-HFG (Hawker Fury Guido) per poi assumere la colorazione ed i codici 308/K e la colorazione della Royal Australian Navy, anche se questo specifico esemplare non era mai stato in carico alla RAN. Presso l’Aviazione Irachena i Sea Fury erano chiamati  le “Furie di Baghdad” ed in memoria di questo Zuccoli chiamò il suo Fury “Baghdad Express”, nome  riportato con una scritta dorata in arabo su entrambi i lati della capottatura del motore.

Ha volato per la Lynette Zuccoli/Zuccoli Classic Aircraft Collection di Toowoomba nel Queensland dal 1983 al 2006 caratterizzato da striscie bianche e nere sulle ali come i Sea Fury che operarono nella guerra di Corea. Nel marzo del ’84 un atterraggio forzato causò il danneggiamento del carrello, così dopo le riparazioni fu esposto nel 1986 alla base HMAS Albatross Nowra del Fleet Air Arm della Royal Australian Navy, in occasione del 75° anniversario della Marina Australiana. Ritirato dall’attività di volo dal 1997 rimase esposto presso collezione Zuccoli. Nel novembre 2006, acquistato da Dick Janitell della Pike Peak Aviation del Colorado, fu smontato e portato negli Stati Uniti, riassemblato, nel gennaio 2007  fu  collaudato con l’immatricolazione N97SF . Nel maggio 2014 il collezionista americano Walter C. Bowe di Sonoma in California lo acquistò, per poi cederlo nel 2018 a Stefano Landi. Via nave, smontato in un container, arrivò in Germania alla MeierMotors GmbH dove nel febbraio 2019 iniziarono i lavori di revisione. Rimesso in perfette condizioni di volo, certificato ed immatricolato D-CRZY  è stato ritirato dal suo nuovo proprietario nell’ottobre 2020.

NOTA
Nel Warbirds Directory 6a Ed 2013 si legge: …29 Fury e Sea Fury abbandonati su una base aerea irachena furono importati negli Stati Uniti nel 1979 da Ed Jurist e David Tallichet e registrati a nome della compagnia di Jurist, Vintage Aircraft International Inc. Sono stati immagazzinati come una grande collezione di componenti smontati in un magazzino a Orlando, Florida, dove sono stati raccolti da potenziali acquirenti. Il risultato di progetti di ricostruzione composita “mix-and-match” e di originali documentazioni irachene discutibili è che le identità e le tracce di proprietà di molti di questi aerei sono ancora aperte al dibattito….
Lo stesso poi a proposito del “nostro” Sea Fury annota: Molta confusione sull’identità: elencato qui come WJ298 nonostante quel ID sia estremamente dubbio. Il Sea Fury WJ298, nel settembre 1958, era ancora operativo con il Royal Navy 776 FRU (Fleet Requirements Unit) con sede a Hurn (Dorset, GB). Il AF 303 Iracheno era originariamente citato come c/n 37522, anche se i documenti lo indicano come 37727 cioè il N48SF. La sezione centrale è sicuramente contrassegnata WJ298, ma nel “mix-and-matching” dei componenti stoccati a Orlando, la fusoliera posteriore e la documentazione del 308 è stato inviato a Zuccoli. Il USCR assegna l’ID “WJ298” al N97SF, ma si tratta semplicemente di utilizzare la stessa identità con cui è stato registrato in Australia, una pratica standard delle autorità di registrazione.
(http://www.goodall.com.au/warbirds-directory-v6/hawker-hawker-siddeley.pdf)

I Sea Fury nel mondo

Il Sea Fury, nato da una evoluzione dell’Hawker Tempest con specifica F.2/43 nel maggio 1943, era un caccia imbarcato ad ala bassa prodotto dalla britannica Hawker Siddeley Aircrafts, sviluppato durante la  2^ Guerra mondiale,  entrò però in servizio solo a guerra finita.
Il primo prototipo del Hawker “Fury”, specifica F.2/43, il NX798, fece il suo primo volo il 1° settembre 1944 equipaggiato con un motore Centaurus XII e un’elica a quattro pale; il 27 novembre fu la volta del secondo prototipo, il LA610, equipaggiato con un motore Griffon 85 e un’elica controrotante a sei pale. La Royal Air Force rinunciò alla valutazione ed alla futura messa in linea del “Fury” e annullò l’ordine dei sei prototipi richiesti. Lo sviluppo invece proseguì per la versione navale richiesta dalla Royal Navy  “Sea Furt” con il completamento dei due ulteriori prototipi (NX802 e VP207) equipaggiati rispettivamente con i motori Centaurus e Napier Sabre.
Il “Sea Fury” fu l’ultimo aereo da combattimento con motore a pistoni impiegato dalla Fleet Air Arm e anche il più veloce aereo con motore a pistoni mai prodotto in serie. Propulso da un radiale a 18 cilindri Bristol Centaurus, caratterizzato dall’impiego di valvole a fodero, capace di erogare fino a circa 3.000 hp e con un’ elica metallica pentapala a passo variabile, era in grado di raggiungere i 730 km/h. L’ armamento fisso era costituito da quattro cannoni  Hispano-Suiza HS.404 Mk.V da 20 mm mentre nella versione caccia bombardiere erano previsti carichi di caduta costituiti da razzi non guidati e da bombe.

Arrivati in servizio a guerra terminata i Sea Fury inglesi salirono alla ribalta durante un altro grave conflitto che si era aperto nell’estremo oriente. La guerra di Corea vide infatti la Royal Navy impegnata in modo pesante con le portaerei HMS “Theseus”, “Glory”, “Triumph”, “Ocean”, “Unicorn “. I primi Sea Fury ad arrivare in Corea furono quelli della “Theseus” che il 5 ottobre 1950 rimpiazzarono i Supermarine Seafire della “Triumph”. l Sea Fury si dimostrò un ottimo assaltatore, buon incassatore e avversario di rispetto anche per i più moderni MiG.15. Il rateo di lanci e di rientri sulle portaesrei era di circa 50 aerei al giorno, il tempo di riarmo e di rifornimento tra una missione e l’altra, inizialmente di tre ore, scese a meno della metà alla fine della guerra. Dopo la firma dell’armistizio nel luglio 1953, le ostilità cessarono nella penisola coreana, ma furono necessarie pattuglie marittime per garantire il mantenimento della pace. Furono presenti nel conflitto anche i Sea Fury della Royal Australian Navy, che operò con la propria portaerei HMAS “Sidney”.
Il 9 agosto 1952, si svolse uno dei pochissimi combattimenti aria-aria n cui il Sea Fury ebbe un confronto con un MiG.15 e con un esito a sorpresa, viste anche le forze in campo. Fu merito oltre che delle ottime caratteristiche di volo manovrato del Sea Fury, anche dal superiore addestramento dei piloti inglesi rispetto ai loro rivali. Otto MiG.15 attaccarono una formazione di quattro Sea Fury che dopo un breve combattimento segnarono due abbattimenti senza subire perdite. Complessivamente nel corso del conflitto gli Squadron di Sea Fury della Royal Navy e della Royal Australian Navy toalizzaro oltre 23.000 sortite e vennero persi una trentina di velivoli e 22 piloti.

Oltre che dalla Royal Navy l’aereo fu scelto da diversi altri Paesi che ne equipaggiarono reparti della marina e dell’aviazione.
La Royal Canadian Navy acquistò la versione FB.11 per riequipaggiare i suoi due Squadron da caccia imbarcati. I primi tre esemplari furono consegnati per le prime prove nel gennaio del 1948 seguiti poi da ulteriori 39 macchine. I Sea Fury canadesi dopo un brevissimo impiego imbarcato sulla “HMCS Magnificent” e sulla “HMCS Hearwater”, vennero basati a terra fino al 1956 quando furono rimpiazzati dagli McDonnell F2H Banshee.
La Royal Autralian Navy ricevette13 FB.11 imbarcati sulla “HMAS Sidney” nell’agosto 1948 equipaggiando lo Squadron 805 e successivamente ulteriori 13 esemplari nell’aprile 1950 andarono allo Squadron 808. Entrambi furono impiegati nel 1951 nelle operazioni belliche in Corea. I Sea Fury continuarono ad operare a bordo di differenti portaerei fino a quando iniziarono a essere gradualmente ritirati dal servizio e sostituito dai De havilland Sea Venom nel 1955-58.
L’ Aviazione del Bruma, Union of Burma Air Force (oggi Myanmar), ricevette tre T.20 e 18 FB.11 impiegati in ruolo COIN (Counter Insurgency) nei sanguinosi scontri fra le minoranze etniche della Birmania la cui guerriglia iniziò poco dopo che il paese ottenne l’indipendenza dal Regno Unito nel 1948. Alcuni di questi Sea Fury furono successivamente convertiti in traino bersagli e rimpiazzati nel 1966 con i Lochkeed T-33.
L’ Aviazione Cubana, FAEC o Fuerza Aerea Ejercito de Cuba ricevette 15 FB.11 e 2 T.20 precedentemente acquistati dal dittatore Fulgencio Batista tutti ex Royal Navy poi transitati con l’avvento di Fidel Castro alla FAR – Fuerza Aerea Revolucionaria.
La Royal Egyptian Air Force nel 1948 ricevette il primo prototipo del Fury il NX798 ricondizionato e rimotorizzato, successivamente ebbe in carico 12 FB.11 tutti distrutti al suolo nel 1956 dalle forze anglo-francesi durante la crisi di Suez;
La Germania negli anni dal 1959 al 1960 ebbe 17 esemplar T.20 denavalizzati monoposto e biposto, con immatricolazione civile ed una vistosa coloarazione rossa, che operarono con il Deutsche Luftfahrt Beratungsdienst, il Servizio di Consulenza per l’Aviazione Tedesca, per conto della Luftwaffe, come traino bersagli per l’addestramento all’uso delle armi contraeree, fino a metà degli anni ’70.
La Nederlandse Marine Luchtvaart Dienst, Marina Reale Olandese – Servizio aeronautico navale olandese ricevette i primi 10 esemplari F.MK.50 operativi sulla portaerei Karel Doorman (QH1) nell’860° Squadron, seguiti da ulteriori 12 MK.60 e 25 MK.51 alcuni costruiti su licenza dalla Fokker che rimasero in servizio fino al 1959 quando furono sostituiti dagli Hawker Sea Hawk.
La Fi’saia Pakistana, Aeronautica Pakistana fu il grande opertore straniero del Sea Fury ebbe i primi esemplari, tra cui il prototipo NX802 appena la nazione ottenne l’indipendenza, FB.11, e poi fino oltre 80 FB.60 fra il 1950 e il 1952 seguiti dal ’53 al ’54 da ulteriori 5 ex Fleet Air Arm e alcuni biposto T.61 caratterizzati da posti separati. In vari ruoli rimasero in servizio fino 1963.
La Al-Quwwat al-Jawwiyya al Malikiyya del Marocco ha ricevuto tutti e quattro i suoi Sea Fury in dono dall’Iraq, due all’inizio del 1960 e due alla fine del 1961.
Infine l’Iraq allora nella Royal Iraqui Air Force o RiAF ricevette alla fine del 1946 una trentina di Sea Fury FB.11 e 4 biposto T.61 seguiti nel 1951 da altri 26 caccia che equipaggiarono il 1°, 4° e 7° Squadron e vennero soprannominati “Bagdad Fury”. I biposto denavalizzati, il cui prototipo fu denominato IDT.1 o Iraq Dual Trainer 1, equipaggiarono il 321°Squadron della RiAF. Rimasero in servizio fino al 1960 unitamente ai 4 esemplari ceduti al Marocco, quando furono sostituiti dagli Hawker Hunter MK.59.

Oltre alla guerra di Corea, l’impiego in azione del Sea Fury lo ha visto presente a Cuba nel contrasto aereo allo sbarco nella Baia dei Porci nell’aprile 1961 durante il fallito tentativo di rovesciare il governo di Fiedl Castro da parte di esuli cubani, nonché nel corso di alcune fasi della prima guerra arabo-israeliana del 1948 da parte dell’aeronautica irachena che conseguì un’ unica vittoria con l’abbattimento di un B-17 Flying Fortress israeliano.

Prodotto in 860 esemplari dal 1945 al 1955, oggi diversi sono i Sea Fury che continuano a volare presso associazioni di warbirds che li curano e li mantengono in perfetta efficienza e che partecipano a vari raduni a tema storico in molte parti del mondo, oppure sono utilizzati come “racer” nelle gare di velocità, sfruttando le innate qualità velocistiche del modello originale. Per questa finalità sono stati ampiamente modificati per migliorare le prestazioni ed hanno adottato molti nikname dipinti sulle sgargianti fusoliere colorate, e per questo divenuti famosi fra gli appassionati delle gare aeree che ogni anno si svolgono al National Championship Air Race di Reno nel Nevada.

 

Hawker Fury prototype with Centaurus XII and four-bladed prop. Hawker Ref FG6

Guido Zuccoli, un italiano in Australia

Riconosciuto in tutto il mondo come uno dei fondatori del movimento Classic e Warbird in Australia, Guido Zuccoli ha toccato il cuore di tutti coloro che hanno  avuto modo di conoscerlo.
Nato a Morbegno (SO) in Valtellina il 7 novembre 1940, dopo una laure in ingegneria si trasferì in Australia  dove conobbe la moglie Lynette, che avrebbe assecondato la sua grande passione per il mondo dell’aviazione. Fu nel 1970 che, per delle grandi distanze che doveva percorrere per il suo lavoro, Guido acquisi il brevetto di volo ed acquistò il suo primo aereo, un DeHavilland Chipmunk. Interessatosi all’acrobazia sportiva costruì il primo S2S Pitts Special in Australia. Nel 1980 i suoi interessi si spostarono verso i Warbirds e durante un viaggio negli USA, acquistò quattro Hawker Sea Fury da Ed Jurist. Il primo ad essere restaurato fu il suo “308/K” VH-HFG (Hawker Fury Guido).
Nel 1987 costituì la Aerotec Pty Ltd.  avente come unico scopo il recupero e restauro  degli aeroplani. Sempre in quell’anno è stato il primo, e rimane tuttora, l’unico australiano a volare nelle Unlimited Races a Reno (USA) pilotando il suo Fiat G. 59 che gli era stato restaurato dalla Sanders Technologies di Chino. Nel 1995 ha anche corso nel Tasmanian Air Races, vincendo la Unlimited Race con il suo Sea Fury. Guido vinse numerosi premi e trofei acrobatici  interessandosi attivamente del restauro e della conservazione degli aerei storici, creando una collezione che oggi rappresenta un invidiabile assortimento di warbirds  perfettamente volanti

La vita di questo grande pilota si è tragicamente interrotta il 6 marzo 1997 quando il suo T-6 Harvard  si schiantò subito dopo il decollo dalla base della RAAF di Tindal nel nord dell’Australia a causa di un grave guasto meccanico. Al mondo dei warbirds  venne così a mancare uno dei suoi più straordinari estimatori.

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