Esercizi di tiro dei reggimenti carri dell’Ariete

E-R ha avuto l'opportunità di partecipare ad una intensa attività addestrativa a fuoco, diurna e notturna, svolta dai carri C1 Ariete della 132ª Brigata corazzata "Ariete" sul poligono del Cellina-Meduna.

Dalla pedemontana delle Prealpi pordenonesi, fin quasi a raggiungere la linea delle risorgive che separa l’alta, dalla bassa pianura friulana-pordenonese, attraversata dai torrenti Meduna ad est e Cellina a ovest, si estende la zona dei Magredi, ovvero dei prati “magri” caratterizzati da un terreno di sedimenti alluvionali di ciottoli, ghiaie e sabbie, di origine fluvioglaciale. Qui nel vasto territorio ghiaioso prima della confluenza dei letti ghiaiosi dei due torrenti sulla sponda sinistra del Cellina, si trova l’area addestrativa del Cellina-Meduna delimitata a nord dai prati del Dandolo, dove esiste ancora l’aera addestrativa del Dandolo appartenuta all’Aeronautica Militare.

Il poligono di tiro del Cellina-Meduna

Il poligono di tiro  del Cellina-Meduna è di tipo semi permanente e viene utilizzato da varie componenti terrestri ed aeree dell’Esercito, sia per l’addestramento in bianco che per quello a fuoco, secondo un calendario e specifiche regolamentazioni. Nelle giornate nelle quali è previsto lo sgombero integrale ampliato è possibile l’impiego a fuoco  dei carri C1 Ariete, dotati del cannone da 120/44 mm (120 è il massimo calibro ammesso) con munizionamento esercitativo DM18 e con azioni di fuoco in movimento e dei blindo B1 Centauro dotati di cannone da 105/52.
Distante una manciata di chilometri rispettivamente dalla caserma di Tauriano, sede del 32° Reggimento carri e da quella di Cordenons, sede del 132° Reggimento carri, è ampiamente utilizzato per le diverse attività addestrative dei carri Ariete anche per la facilità di accesso agli ampi greti dei due torrenti, utilizzando le piste esistenti.
Dal 2010 il Comando Militare Esercito del Friuli Venezia Giulia ha demandato la gestione e il controllo per l’utilizzo del poligono di tiro al Comando della 132ª Brigata Corazzata Ariete con sede a Pordenone.

Attività addestrativa diurna: Il plotone carri nella condotta di un attacco

L’attività addestrativa, di tipo LIVEX a livello protone, diurna a fuoco, a partito unico con nemico rappresentato da sagome, ha interessato un plotone carri del 132° Reggimento carri (VIII° Battaglione) e un plotone carri del 32° Reggimento carri (III° Battaglione) della 132ª Brigata corazzata Ariete.
I moduli addestrativi di riferimento sono stati il METL-M e il METL-S.
Il “Mission Essential Task List – Mission Oriented” (METL-M), è un modulo finalizzato al conseguimento di una particolare capacità di combattimento necessaria per l’assolvimento dei compiti assegnati ad una specifica missione, mentre il modulo addestrativo “Mission Essential Task List – Standard Full Spectrum” (METL-S) più articolato e complesso è finalizzato al conseguimento ed al mantenimento delle capacità di combattimento full spectrum per la quale ciascuna unità di addestra per affrontare un contesto di warfighting, ovvero quello di vivere, muovere e combattere nell’ambito di tutto lo spettro dei conflitti, svolgendo operazioni offensive, difensive, di stabilizzazione ed abilitanti.

"Drago" - 132° Reggimento carri"

Nel corso della mattinata si è esercitato un plotone della 2ª Compagnia “El Alamein” dell’VIII° Battaglione carri “ M.O. Secchiaroli” del 132° Reggimento. Il plotone, con nominativo assegnato “Drago” e “Drago 3” per il comandante del plotone, era composto da quattro carri C1 Ariete,  codici 3-1, 3-2, 3-3 e 3-4. L’ addestramento ha visto la presenza del colonnello Antonello Andreottola, che avendo assunto l’incarico di comandante del reggimento solo da alcuni giorni, ha utilizzato l’occasione per prendere un diretto contatto operativo con gli equipaggi del plotone.
Gli obiettivi addestrativi che si intendevano raggiungere sono i livelli stabiliti dal METL-M, definita per la NATO Readiness Iniziative (NRI) con riferimento alle capacità di base combat a livello di plotone, secondo le procedure tecnico tattiche di specialità previste, l’affinamento delle capacità di conduzione delle attività tattiche a livello di plotone, l’implementazione della coesione e dell’amalgama tra i membri e gli equipaggi del plotone, l’esercitazione dei Quadri nell’attività concettuale, organizzativa ed esecutiva in merito alla gestione di situazioni complesse con l’impiego di un plotone carri in operazioni in ambiente “war”.
L’ammaestramento è quello di verificare chiarezza ed adeguatezza degli ordini emanati ai vari livelli in relazione alla situazione supposta, l’acquisizione dell’esperienza necessaria per emanare pacchetti di ordini aderenti all’evoluzione della situazione, la verifica delle corrette operazioni logistiche e delle modalità di dispiegamento dalla zona di diradamento alla zona di operazione e, infine, la verifica che il coordinamento tra le varie componenti del plotone carri sia realizzato durante l’intera esercitazione.

Le caratteristiche e le limitazioni del poligono, impongono una condotta particolare dell’attività. L’attraversamento della strada provinciale (con una sua temporanea chiusura) dalla zona di partenza e del primo allineamento, a nord della stessa, limita e condiziona i tempi a disposizione. Le norme di sicurezza entro e fuori dall’area addestrativa impongono un rigoroso rispetto delle aree di sgombero e dell’esecuzione di tutto l’esercizio a fuoco entro una ristretta campana di tiro e adeguate misure antincendio. Il rispetto ambientale impone che i carri possano muoversi solo sulle piste tracciate, caratterizzante quindi una ridotta profondità degli sbalzi e delle distanza interveicolari e, infine, l’esecuzione dei tiri solamente sul bersaglio assegnato.
Il movimento del plotone si è svolto in diverse fasi: dopo il raggruppamento e l’allineamento a nord della provinciale, il passaggio della stessa e l’individuazione degli obiettivi, uno per ciascun carro, posizionati in linea alla distanza di circa 800 metri, lo “strike” ovvero l’azione a fuoco con un totale di 12 colpi contro i bersagli, costituiti da sagome quadrate di circa 2,5 m di lato, l’azione di “assalto da carrista”, svolto in bianco con l’utilizzo delle mitragliatrici MG.42/59 in prossimità dei bersagli e il consolidamento dell’area al fine di garantirne la sicurezza e la risposta al fuoco in caso di contro attacco.
Al termine il plotone si è rischierato davanti alla Direzione Esercitazione (DE) , posta sul lato ad est del poligono, per una prima valutazione ed un saluto agli equipaggi da parte del comandante.

"Grifo" - 32° Reggimento carri

Nel pomeriggio l’aspetto addestrativo del 32° Reggimento, era riferito alla lezione “8a PERF”, appartenente al livello “Fase 2 – Perfezionamento”, del modulo addestrativo “Mission Essential Task List – Standard Full Spectrum” (METL-S) per un plotone carri nella condotta dell’attività tattica offensiva dell’attacco, con tattiche terrestri offensive e difensive, di attacco e di frenaggio con attività a fuoco contro bersagli vari.
Scopo è quello di addestrare l’unità di livello plotone nell’assolvimento delle attività tattiche tipiche delle unità carri, nell’ambito delle attività addestrative volte al mantenimento delle capacità delle unità in “Joint Rapid Reaction Force” JRRF/NRI (fase stand-by); di rafforzare l’amalgama fra gli equipaggi, costituenti il plotone, per costituire una “pacchetto di forze” affiatato e compatto, in grado di assolvere i compiti assegnati nella condotta di un’operazione in un contesto operativo ad alta intensità; di focalizzare l’addestramento sulle capacità dei comandanti ai vari livelli nell’attuare le Procedure Tecnico – Tattiche (TTPs) volte ad affrontare la prevedibile gamma di situazioni che possono verificarsi nel corso dell’esecuzione dei compiti assegnati.
L’inquadramento operativo ripropone un aspetto di un’attività facente parte di un contesto esercitativo ben più ampio che ipotizza la Brigata Ariete impegnata, quale parte di una coalizione NATO in una ipotetica operazione militare fuori area.
Anche in questo caso, come per l’attività svolta in mattinata si tratta di una LIVEX diurna, a fuoco, a partito unico e con nemico rappresentato da sagome.
L’attività, che vede esercitato un plotone carri, nominativo “Grifo 2”, con quattro C-1 Ariete appartiene alla 2ª Compagnia “El Mechili” del III° Battaglione carri “M.O. Galas”, si è svolta alla presenza del generale di brigata Claudio Dei, comandante della Scuola di Cavalleria di Lecce, in visita al 32° Reggimento, ed è stata l’ultima diretta dal colonnello Gian Luigi Radesco in qualità di comandante del 32° Reggimento, prima dell’assegnazione a nuovo incarico.
La condotta dell’attività addestrativa ed il movimento dei carri ricalca quanto già avvenuto per quella del 132° Reggimento nella mattinata con le medesime fasi di raggruppamento a nord della provinciale, il suo attraversamento e il movimento dei carri sulle piste per i successivi tiri, complessivamente 20 (5 colpi a carro) in movimento sulle sagome assegnate e dispostein linea a circa 800 metri e assalto finale per il consolidamento dell’area.
Il posizionamento della DE a ovest della campana di tiro e il sole radente del pomeriggio invernale hanno permesso, non solo di osservare i posizionamenti dei carri ed i tiri in movimento, ma anche di seguire le traiettorie dei proiettili traccianti sui bersagli per la visibile scia luminosa.

Sperimentazione tiri notturni con Ariete e Centauro

Nell’ottica di conseguire un costante aggiornamento della sicurezza nelle esercitazioni a fuoco notturne, accelerato dall’incidente recentemente occorso ad un allevamento avicolo adiacente al poligono, pur caratterizzato da una eccezionalità specifica in tutto il periodo che va dal secondo dopoguerra ad oggi, l’Esercito ha avviato un processo di valutazione sperimentale al fine di prevenire il ripetersi di tali possibilità e di elevare la sicurezza al massimo livello.
L’attività sperimentale dei tiri notturni ha riguardato l’allestimento ed il posizionamento di limitazioni luminose delle campane di tiro e l’utilizzo di bersagli termici e isotermici.

Al tramonto è stata predisposta l’attività per i tiri sperimentali notturni che ha visto interessati una blindo B1 Centauro del 4° Squadrone del Reggimento “Lancieri di Novara” (5°) di Codroipo (UD), sempre della 132ª Brigata corazzata Ariete e un carro C1 Ariete della 2ª Compagnia del III° Battaglione carri del 32° Reggimento carri.
Nelle rispettive campane di tiro, quella della B1 nell’area che ha visto l’attività di tiro del plotone carri, quella del C1 (nominativo “Grifo 1”) sul greto del torrente Cellina, sono state collocate le sagome luminose di delimitazione dell’angolo di tiro e le sagome bersaglio.
Finalizzate a una delimitazione molto ristretta della campana di tiro, le sagome luminose sono costituite da un quadrato e da un triangolo equilatero definiti da  strisce luminose a luce led alimentate da batteria posizionate  ai lati esterni della linea bersagli, il quadrato a destra, il triangolo a sinistra.
In linea al centro sono collocate le sagome dei bersagli di tipo termico ed isotermico. Per le sagome termiche sono stati utilizzati bersagli termici di derivazione israeliana, prodotti dalla Reshet Graf Ltd, un’azienda specializzata nella produzione di bersagli termici non alimentati per l’addestramento, per la calibrazione, l’azzeramento delle strumentazioni IR. Per i bersagli isotermici sono state utilizzate le coperte isotermiche per le emergenze montate su sagome costituite da reti da cantiere, normalmente utilizzate anche per i tiri diurni.
Come stabilito dal regolamento del poligono, l’attività di tiro notturna prevede solo tiri in posizione, a una una distanza di circa 800 metri dalle sagome bersaglio, sia per la Centauro con cannone da 105/52, sia per l’Ariete con il più prestante 120/44. Anche in questa tipologia di tiro sono stati utilizzati i munizionamenti da esercitazione con tracciante TP-T (Target Practice-Tracer) cal.105×617mm omologate per il cannone da 10/52 della B1 e cal. 120×570 mm DM-18A4 della Rheinmetall per l’Ariete con una dotazione di sei colpi per l’esercizio di ciascun assetto.
L’attività di addestramento dei capocarri/capoblindo e dei cannonieri era finalizzata all’individuazione, alla visibilità dei bersagli e ai tiri in sagoma utilizzando i sistema di rilevamento e tiro TURMS OG-14 L3 dalla Galileo Avionica (ora Leonardo), presente su B1 e C1, in modalità notturna del visore periscopico diurno/notturno con camera termica per la sorveglianza passiva. Il funzionamento della camera che si basa sulla differenza di temperatura esistente tra i vari oggetti e lo sfondo, permette al puntatore di scoprire un bersaglio standard di medie dimensioni a oltre 3.000 metri di distanza e identificarlo con sicurezza a 1.500 metri.

Sagome utilizzate per la sperimentazione: sagoma termica tank laterale, sagoma termica tank frontale, sagoma isotermica

SCHEDE

MBT C1 ARIETE

Durante la “Guerra Fredda”, si presupponeva che una possibile invasione delle truppe corazzate del Patto di Varsavia potesse avvenire dalle due principali vie di accesso alla pianura Padana, il Brennero a nord est e la cosiddetta “Soglia di Gorizia” ad est. L’Esercito aveva allora in linea i carri M60A1 (introdotti dal 1965 al 1970) e un consistente numero di “Leopard” 1A2-5, in gran parte costruiti su licenza dalla OTO Melara e le cui ultime consegne avvennero nel 1978. Nel 1984 lo Stato Maggiore dell’Esercito valutò la possibilità di acquistare dai 200 ai 300 carri “Leopard 2” per sostituire gli M60A1 destinati a transitare ai reparti di seconda linea, ancora dotati dei vecchi M47.
L’industria nazionale aveva acquisito notevoli esperienze nella produzione su licenza del M60A1 e del “Leopard” ed aveva già sviluppato veicoli di propria progettazione destinati all’esportazione come il carro OF-40 dell’OTO Melara e, più tardi, l’obice semovente “Palmaria”. Dal consorzio Fiat-Iveco-OTO Melara, nel 1984 venne sviluppato il MBT (Main Battle Tank) “Ariete”, inizialmente denominato C1“Tricolore”. Presentato ufficialmente nel febbraio 1987, ebbe la prima esibizione pubblica nel successivo giugno a Monteromano, assieme alla nuova blindo B1 “Centauro”.
Il programma, che inizialmente prevedeva l’acquisizione da parte dell’Esercito di circa 700 esemplari, per le mutate condizioni dello scenario geopolitico internazionale ed i conseguenti tagli nei bilanci della Difesa, subì rallentamenti e riduzioni. Così, contrariamente alle previsioni, il programma di consegna dei primi esemplari di serie slittò di ben sette anni e solo nel 1995 vennero consegnati i primi esemplari; dei previsti 700 ne vennero costruiti solo 200 in quanto venne dimezzato il primo lotto previsto per 400 ed annullato il terzo di 300, e la consegna dell’ultimo esemplare avvenne nel 2002.
Il primo reparto operativo a ricevere il C1 fu la 4ª Compagnia “Tobruch” del III° Battaglione Carri “M.O. Galas” del 32° Reggimento Carri di Tauriano (PN).
Ad oggi equipaggia oltre al citato III° Battaglione Carri “M.O. Galas”, l’VIII° Battaglione Carri “M.O. Secchiaroli” del 132° Reggimento Carri di Cordenons (PN) e il XX° Battaglione Carri “M.O. Pentimalli” del 4° Reggimento Carri di Bellinzago Novarese (NO).
Originariamente i tre reggimenti sono stati dotati di 54 carri ciascuno distribuiti a quattro compagnie di 13 carri oltre a quello del comandante di battaglione e del vicecomandante. A sua volta ogni compagnia è formata da tre plotoni di quattro carri ai quali si aggiunge il carro del proprio comandante.
Pertanto i reggimenti inquadrano complessivamente 162 carri mentre i rimanenti 38 costituiscono la riserva logistica e la dotazione della Scuola di Cavalleria e delle Truppe Corazzate di Lecce, dove vengono formati gli equipaggi.
L’Ariete è stato inviato anche in teatro operativo nel 2004 in Iraq, partecipando all’Operazione Antica Babilonia.

Motore e trasmissione
Il gruppo motopropulsore è costituito da un motore Iveco/Fiat MTCA (Modulare Turbo Compresso Aftercooler) a 12 cilindri a V di 90°, in grado di erogare una potenza di 1.275 Hp (956 Kw) e una coppia di 4.615 Nm, fa parte della famiglia di propulsori diesel sviluppati dalla Iveco anche per la B1 “Centauro” e il VCC “Dardo”.
Il raffreddamento è a circuito chiuso suddiviso in due impianti a differenti livelli di temperatura. La trasmissione ZF LSG-3000 è di tipo idrodinamico con convertitore di coppia ed è integrata con il sistema di sterzata, con quattro marce avanti e due indietro. Lo sterzo elettrico è controllato da una centralina che assicura l’innesto automatico della marcia più adatta nella varie situazioni di moto e sono possibili tre livelli diversi di sterzata più la rotazione del carro su se stesso (twist).
Il treno di rotolamento è costituito da sette rulli per lato e quattro reggicingolo superiori, i cingoli sono in acciaio con dente guidacingolo centrale e suole in gomma smontabili e sostituibili con appositi ramponi rompighiaccio, montati sulla parte frontale dello scafo. È parzialmente protetto da delle gonne laterali in materiale composito avanzato in una matrice polimerica, realizzato dalla LASAR, aventi anche funzioni di protezione balistica contro i proiettili a carica cava.
L’Ariete ha un peso di 54-62,5 t. a seconda delle protezioni aggiuntive,  è in grado di raggiungere la velocità massima di 65/70 km/h, ha un’autonomia massima di 550 km, è in grado di superare una pendenza massima del 60% e di guadare con la preparazione fino a 3 m di profondità e 1,25 senza preparazione.

Corazzatura e sistemi
La corazzatura frontale e laterale è costruita in acciaio e materiali compositi con una protezione maggiorata sull’arco frontale, mentre vi è l’opzione di rinforzare parte anteriore e fianchi mediante corazzature modulati aggiuntive. Questo sistema è costituito da due serie denominate “War” e “PSO” (Peace Support Operations) per diversi livelli di protezione. La “War” vede l’installazione di piastre aggiuntive per la protezione della torretta e dello scafo da colpi a carica cinetica tipo APFSDS (Armor Piercing Fin Stabilized Discarding Sabot), la PSO, che viene installata sopra la “War”, è composta da corazzature spaziate per la protezione dell’equipaggio contro le armi a carica cava. A questa si aggiunge la serie antimine e anti IED, il cui test di omologazione è attualmente in corso, costituito da un piastrone sottoscafo installabile anche separatamente. Il peso complessivo del carro con le due serie montate raggiunge le 62,5 tonnellate, riducendo così il rapporto potenza peso da 22 cv/t a 20 cv/t.
La torretta è costruita con la stessa tecnica dello scafo e presenta sulla parte superiore, una corazzatura aggiuntiva a protezione dell’equipaggio, composto da quattro membri: capocarro, cannoniere, servente/radiofonista e pilota, da attacchi balistici o da missili dall’alto mentre l’interno è costituito da panelli in kevlar per ridurre le proiezioni di schegge.
La protezione NBC (Nucleare, Batteriologica, Chimica) è garantita da un impianto in sovrapressione con doppio filtraggio a ciclone ed a carboni attivi sviluppato dalla Sekur SpA di Roma. E’ presente un sistema di protezione individuale d’emergenza per l’equipaggio in caso di abbandono forzato del carro.
L’impianto antincendio è a gas halon, alimentato dalle batterie di bordo, ha un azionamento automatico tramite sensori nel vano motore e nella camera di combattimento ed è suddiviso in due impianti indipendenti; in caso di emergenza è presente una maniglia esterna a strappo che ne permette l’attivazione.

Armamento
L’armamento principale è costituito da una cannone ad anima liscia da 120 mm (cal.120/44) prodotto dalla OTO Melara, stabilizzato idraulicamente, permette il tiro diurno e notturno a carro fermo e in movimento verso obiettivi fissi o mobili, è monitorato da sensori termici e dispone di un sistema per il recupero dei gas e di smorzamento di fiamma. La dotazione colpi è di 42 proiettili in totale di cui 15 disponibili in torretta. Tre sono le mitragliatrici disponibili, Beretta MG.42/59 cal. 7,62×51, una coassiale e due posizionabili esternamente sulla torretta, la disponibilità complessiva è di 2500 colpi.
Sulla torretta sono montati otto lanciagranate GALIX da 80 mm, quattro per lato, in grado di sparare una vasta gamma di granate, fumogene, antinfrarosso, lacrimogene, antiuomo, antipersonale.

Munizionamento
Il cannone presenta le medesime caratteristiche balistiche i quello montato sul “Leopard 2” e sull’M1 A1 “Abrams” e quindi può utilizzare il munizionamento simile, con bossolo semi combustibile che dopo lo sparo si riduce al solo fondello in acciaio. Il munizionamento, prodotto su licenza dalla SNIA-BPD, o fornito dalla IMI, Israel Military Industries e dalla Rehinmetall Gmbh è costituito da diversi due tipi di proietti anticarro: un APFSDS-T (Armor Piercing Fin Stabilized Discarding Sabot – Tracer) proietto perforante a carica cinetica, stabilizzato con alette, auto decalibrante con abbandono dell’involucro – tracciante, con alta velocità di uscita (1.650 m/s), da un proietto anticarro e multiruolo ad alto esplosivo, tracciante HEAT-MP-T (High Explosive Anti Tank – Multiple Purpose – Tracer), con alta velocità di uscita (1.140 m/s) che combina gli effetti di una carica cava con quelli di un proiettile ad alto esplosivo, mentre per l’addestramento viene utilizzato un proietto simile, ma inerte, denominato OBT (UB-T) DM-18.

Apparati di tiro e osservazione
Il sistema Galileo TURMS OG-14 L3 (Tank Universal Reconfigurable Modular System), presente anche sulla B1 Centauro, permette la capacità di operare in movimento, in ogni condizione di visibilità, dando modo al capocarro ed il cannoniere di eseguire contemporaneamente compiti diversi, perseguendo la sorveglianza del campo di battaglia, la scoperta delle minacce e le manovre di fuoco, questo grazie ai sistemi ottici separati ed indipendenti. I sottosistemi che lo compongo sono:

  • Periscopio panoramico binoculare SFIM SP-T-694 per il capocarro stabilizzato su due assi ed indipendente dalla posizione della torretta, dotato di camera termica con capacità di visione passiva diurna/notturna. Il sistema panoramico è in grado di escludere dalle operazioni il cannoniere, portando la linea di mira del carro sul bersaglio appena acquisito dal periscopio panoramico.
  • Periscopio stabilizzato di puntamento per il cannoniere con telemetro laser e camera termica con ripetizione delle immagini termiche sul display del capocarro.
  • Computer digitale di tiro COSMO MP501 della SELEX (Marconi) per la gestisce tutti i dati ricevuti dai sensori e dai comandi del cannoniere e capocarro, in grado di rinconfigurarsi per assolvere il compito di eventuali apparati secondari in avaria.
  • Sensori meteorologici e balistici per il tiro e la determinazione del proiettile inserito in camera di scoppio.
  • Dispositivo giroscopico per la verifica della verticalità del carro.
  • Sistema di riferimento della volata MRS (Muzzle Reference System) per la verifica del parallelismo tra asse del cannone e linea di mira, il cui funzionamento è basato sull’invio di un’immagine allo specchio montato sulla volata del cannone e sul confronto tra immagine inviata e quella riflessa.
  • Cannocchiale ausiliario coassiale sulla destra del cannone da utilizzarsi in caso di avaria del sistema di tiro.

Sulla parte superiore della torretta è montato il ricevitore di allarme laser RALM della SELEX (Marconi) per il rilevamento dei raggi laser dei sistemi di puntamento avversari con una copertura di 360 gradi, un sensore meteorologico per la correzione a computer dei dati di tiro e le antenne per le radio digitali SINCGARS (SINgle Channel Ground and Airborne Radio System).

Ammodernamento di mezza vita, la versione Mk2
In attesa di riscontrare una possibile collaborazione internazionale per la progettazione e la costruzione di un nuovo MBT, prevista almeno per il 2035 (iniziative riguardano il consorzio Francia-Germania, Israele, Polonia-Spagna, Austria) si è deciso per un importante aggiornamento di 125 dei 200 esemplari consegnati alla linea carri dell’Esercito.
Al consorzio CIO (Iveco-OTO Melara/Leonardo) è stato affidato il programma AMV (Ammodernamento di Mezza Vita) del C1 Ariete che prevede una serie di miglioramenti, con la produzione iniziale di tre prototipi modificando tre esemplari della linea operativa. Questi riguarderanno la mobilità, la sorveglianza e la scoperta, la protezione passiva e la sostenibilità logistica; aspetto quest’ultimo molto sentito all’interno del programma di Protezione delle Forze e Capacità d’Ingaggio, al fine di poter fornire un “combat support” adeguato alle unità di manovra che la componente corazzata si trova a supportare.
Gli interventi riguarderanno l’equipaggiamento di motori più potenti, 1.500 Hp rispetto ai 1.270 attuali, una nuova trasmissione, la sostituzione dell’impianto di movimentazione della torretta e del cannone, l’impianto frenante riprogettato, cingoli più larghi per un miglioramento delle capacità di movimento su terreni morbidi, l’integrazione della protezione attiva (probabilmente il TROPY) dalle minacce costituite da razzi e missili anticarro, l’adozione del nuovo sistema integrato digitalizzato di puntamento e osservazione ATTILA D della Leonardo, un nuovo calcolatore di tiro, l’integrazione del SICCONA (SIStema di Comando, COntrollo e NAvigazione).

32° Reggimento carri

Il 1° dicembre 1938 alla trasformazione del 2° Reggimento fanteria carrista viene costituito a Verona il 32° Reggimento fanteria carristi, divenuto l’anno successivo componente carrista originaria della neonata 132ª Divisione corazzata “Ariete”,
Dal dicembre 1940 all’8 febbraio 1941 diversi battaglioni del reggimento (il I° e II° Battaglione M11/39, il III° e V° Battaglione M13/40), già inviati singolarmente in Africa settentrionale, si distinguono durante i combattimenti di Alam Nibeiwa, Bardia, Tobruch, El Mechili e Beda Fomm. Dal marzo al dicembre 1941, inquadrato nella 132ª Divisione corazzata “Ariete” prende parte integralmente alla riconquista della Cirenaica e al primo assedio di Tobruch. Al termine del riordino successivo ai duri combattimenti dell’inverno 1941, dopo aver ceduto al neo costituito 132° Reggimento il VII° Battaglione M13/40, viene rimpatriato in Sardegna e sciolto nell’ottobre 1944.
Vent’anni più tardi, il 1° marzo 1964 viene ricostituito a Cordenons (PN) e inquadrato nuovamente nella 132ª Divisione corazzata “Ariete” e dislocato a Tauriano-Spilimbergo (PN) nel 1968. Nel 1975 si trasforma nella 32ª Brigata corazzata “Mameli” fino al 26 agosto 1992 quando viene ricostituito nell’attuale connotazione.

Il reggimento ha preso parte, unitariamente o per aliquote, alle principali attività operative della Forza Armata condotte fuori area: Somalia, Kosovo, Iraq, Libano. In occasione di gravi eventi naturali e calamità è intervenuto in soccorso durante il terremoto del Friuli e l’alluvione di Alessandria. A salvaguardia delle istituzioni e il controllo del territorio in più riprese è stato impegnato nelle operazioni “Vespri Siciliani” e “Strade Sicure”.

I Carristi del 32°, eredi dei predecessori, animano oggi il III° Battaglione carri “M.O.Galas” che, proprio ricordando i principali fatti d’arme del reggimento, inquadra:
– la 1ª Compagnia carri “Leoni di Bardia”
– la 2ª Compagnia carri “El Mechili”
– la 3ª Compagnia carri “Beda Fomm”
– la Compagnia Comando e Supporto Logistico “Balbia” permette al battaglione carri di operare, fornendo i Servizi di mantenimento, rifornimento, vettovagliamento e sanitario, e al Comando di reggimento gli strumenti per l’esercizio della funzione di Comando e Controllo. Completa l’organico il Comando della Sede “MILMART” che mantiene in efficienza le infrastrutture della sede stanziale.

Con il passaggio della Specialità dall’Arma di Fanteria all’Arma di Cavalleria, dal 1999 lo Stendardo ha preso il posto della precedente Bandiera di Guerra. Lo Stendardo è decorato di:
– Medaglia d’Oro al Valor Militare (per il III° btg. M13/40);
– Medaglia d’Argento al Valor Militare (per il V° btg. M13/40);
– Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito (Friuli 1976);
– Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito (Somalia);
– Medaglia di Bronzo al Merito della Croce Rossa (Alessandria).

Nello scudo araldico del reggimento, ufficializzato nel 1965, è rappresentata la testa d’ariete innestata su una trave spezzata, accanto ai simbolo delle città di Verona e di Pordenone, sotto compare il motto “Ferrea Mole Ferreo Cuore”.
Come segno distintivo il logo derivato dall’antico distintivo dell’unità che rappresenta l’M11/39, il primo carro dell’Esercito, sormontato dalla rocca scaligera di Verona in un serto di alloro e quercia, e l’iscrizione “32° Regg. Carristi”.

I Comandanti dei reparti inquadrati nel 32° Carri dispongono di una propria insegna costituita da una fiamma in tessuto a due punte con i colori caratteristici del reparto. Per testimoniare la recente appartenenza della specialità all’Arma di Cavalleria, le fiamme hanno dimensione e foggia uguale a quelle delle fiamme delle lance di ordinanza in uso nei reggimenti della cavalleria di linea.

132° Reggimento carri

Il 132° Reggimento Carri fu costituito il 1° settembre 1941 in Africa Settentrionale con la denominazione di 132° Reggimento Fanteria Carrista. Il reggimento si unì alla Divisione Corazzata “Ariete” in sostituzione del 32° Reggimento Carristi, ricevendo il “battesimo del fuoco” il 18 novembre 1941 a Bir El Gobi. Dopo un brevissimo periodo di riordino, nel gennaio 1942 partecipò alle prime Operazioni in Cirenaica con la riconquista di Bengasi scrivendo epiche pagine della storia militare italiana.
A ricordo dell’eroico comportamento tenuto nelle battaglie di Rughet el Atash, la data del 27 maggio 1942 è stata scelta quale giornata celebrativa delle glorie del reggimento.
Nel maggio-giugno 1942, partecipa all’occupazione della piazzaforte di Tobruk, inseguendo il nemico fino ad El Qattara. Nell’ottobre-novembre 1942 il reggimento fu impegnato in durissimi combattimenti nella terza ed ultima battaglia di El Alamein, dove si immolò per proteggere il ripiegamento delle divisioni di fanteria investite dall’urto possente dell’Armata britannica. Duramente provato dai combattimenti in territorio libico, venne sciolto il 1° dicembre 1942.
Con le forze residue fu costituito il Battaglione controcarri “Ariete” che continuò valorosamente la lotta sul fronte tunisino fino al marzo 1943.
Per l’eroico comportamento tenuto nei 14 mesi di guerra in Africa settentrionale, il 25 luglio 1949 il Ministro della Difesa decorò lo Stendardo del 132° Reggimento Carristi con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Al personale del reggimento per l’audace comportamento in Africa settentrionale sono state concesse 4 Medaglie d’Oro al Valor Militare, 76 Medaglie d’Argento al Valor Militare, 134 Medaglie di Bronzo e 151 Croci di Guerra al Valor Militare.
Il 21 marzo 1944, il reggimento fu ricostituito in Sardegna ed assegnato al 1° Raggruppamento motocorazzato; nuovamente soppresso, venne poi ricostituito a Roma il 10 luglio 1948 col nome di 1° Reggimento Carristi, fino al 1° aprile 1949, quando riassunse la vecchia denominazione ordinativa di 132° Reggimento Carristi.
Il 29 aprile 1950, il reggimento si riunì nella sede di Aviano (PN) presso la Caserma “Salvatore Zappalà”, cambiando parziale denominazione, nel 1959, da “carristi” a 132° Reggimento Carri Ariete. Nello stesso anno i tre battaglioni assunsero la numerazione con la quale parteciparono all’ultimo conflitto mondiale: VII°, VIII° e X° Battaglione Carri.
Nel quadro delle ristrutturazioni dell’Esercito, il 1° novembre 1975 venne sciolto e poi ricostituito il 27 luglio 1992 ad Aviano, per poi essere trasferito nell’attuale sede alla caserma “Nicolò e Giuseppe De Carli” di Cordenons (PN) il 30 novembre 1995.

Con il passaggio della specialità Carristi dall’Arma di Fanteria all’Arma di Cavalleria, il 3 ottobre 1999 il 132° Reggimento Carri ha ricevuto lo Stendardo in sostituzione della Bandiera di Guerra. Il nuovo vessillo è di foggia analoga a quella degli Stendardi concessi ai reggimenti Fanteria Carrista dal 1938 al 1946 e conserva, naturalmente, la freccia originale della Bandiera di guerra. E’ decorato con una Medaglia d’Oro al Valor Militare (Bir el Gobi 1941, El Alamein 1942) ed una Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito (Somalia 1992, 1994).

Negli anni è stato fortemente impegnato in operazioni sia sul territorio nazionale sia oltre confine: Somalia, Kosovo, Iraq, Afghanistan. In occasione di gravi eventi naturali e calamità è intervenuto in soccorso delle popolazioni durante la sciagura del Vajont, le alluvioni in Veneto e Friuli, i terremoti del 1976 e del 2016. Nel controllo di parte del territorio, in attività di ordine pubblico ed in concorso alle Forze di polizia, ha partecipato all’Operazione Testuggine, Vespri Siciliani, Domino e Strade Sicure.

Il 132° Reggimento Carri, è strutturato sul VIII° Battaglione carri “M.O.Secchiaroli” che, proprio ricordando i principali fatti d’arme del reggimento, inquadra:
– la 1ª Compagnia carri “Rughet el Atasch”
– la 2ª Compagnia carri “El Alamein”
– la 3ª Compagnia carri “Tobruk”
– la Compagnia Comando e Supporto Logistico “Bengasi” per i Servizi di mantenimento, rifornimento, vettovagliamento e sanitario, e al Comando di reggimento gli strumenti per l’esercizio della funzione di Comando e Controllo.

Lo scudo araldico del reggimento è stato ufficializzato nel 1968 e vede rappresentato un ariete furioso dorato che attraversa un palmizio sormontato da un lambello rosso a tre pendenti (simbolo di primogenitura), in alto a sinistra un campo azzurro con un silfio (pianta medicinale o spezia, originaria della Cirenaica) dorato sormontato da una stella, mentre sotto una lista dorata riporta il motto “In Hostem Ruit” (Sul nemico irrompe).

I Comandanti a livello battaglione dispongono di una propria insegna costituita da una fiamma in tessuto a due punte, colorata, per metà, in nero e per l’altra con i colori caratteristici della rispettiva unità: rosso/blu (Comandante battaglione), rosso (1ª Compagnia), blu (2ª Compagnia), giallo (3ª Compagnia), bianco (Compagnia Comando e Supporto logistico).

Video

Fonti

– Circolare 7006 COMFOTER COE Le attività addestrative dei Comandi e delle unità dell’Esercito, ed 2018
– Google Heart Pro
– Comando 132a Brigata Corazzata Ariete, Regolamento del Poligono Cellina – Meduna, ed. 2003
– SME, Manuale sulla simbologia terrestre, ed. 2000
– http://www.ferreamole.it/images/mbt_ariete/mbtariete01.htm
– https://svppbellum.blogspot.com/search?q=carro+ariete
– https://svppbellum.blogspot.com/2020/11/il-nuovo-carro-ariete-mk2-verra-testato.html
– https://www.militarypedia.it/c1-ariete-mbt/

La realizzazione di questo report si è resa possibile grazie alla disponibilità ed alla professionalità del personale del 32° e del 132° Reggimento carri.
Desidero ringraziare  il T. Col. Giacomo Cassone, il T. Col. Arturo Gesualdi, il  C.m.c.q.s. Cristian Fasulo per aver riscontrato pazientemente le mie richieste.
Un particolare ringraziamento al T. Col. Massimo Grizzo che, nel suo ultimo giorno di incarico quale Capo Sezione Pubblica Informazione della 132ª Brigata Corazzata Ariete, ha voluto accompagnarmi con la sempre grande disponibilità anche nella lunga e complessa giornata dedicata agli esercizi di tiro.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa dello Stato Maggiore dell’Esercito per l’approvazione dell’iter autorizzativo.

Federico Grattoni

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