Volpe Bianca - CaSTA 22

Il ritorno dell'appuntamento addestrativo invernale delle Truppe Alpine

Dopo l’annullamento dell’edizione del 2020 a seguito dell’emergenza Covid-19 e della situazione epidemica conseguente nel 2021, le Alpi piemontesi hanno ospitato l’attività esercitativa Volpe Bianca – CaSTA 2022, appuntamento invernale delle Truppe Alpine quale momento di verifica dello stato addestrativo a livello individuale e collettivo, in ambiente operativo con caratteristiche artiche.

L’edizione di quest’anno, la 72ª, rientra tra le iniziative di rilievo, condotte di concerto con l’Associazione Nazionale Alpini, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini, ma soprattutto ritorna con una serie di esercitazioni complesse ed articolate.
Condotta sulle montagne dell’Alta Val di Susa e in Val Chisone dal 28 febbraio al 11 marzo, all’insegna delle dure condizioni invernali della montagna e della internazionalità, ha visto protagonisti oltre mille uomini e donne delle Truppe Alpine e dell’Esercito Italiano insieme a paracadutisti statunitensi e Chasseurs alpins francesi e si è articolata su cinque importanti momenti addestrativi: la Steel Blizzard, costituita dalle esercitazioni tattiche e combat Winter Resolve e Winter Strike, la Winter Rescue, la Ice Challenge e la Ice Patrol.

Ice Patrol e Ice Challenge

Gli aspetti competitivi sono stati rappresentati dalla Ice Patrol, biathlon militare a verifica del livello addestrativo individuale del soldato di montagna e dalla Ice Challenge, un’attività continuativa a livello di pattuglia, composta da 8 elementi, una per ciascun reggimento delle due Brigate Alpine, la Julia e la Taurinense, condotta su un percorso di 45 chilometri effettuati in due giorni e con una valutazione a punteggio e a tempo di una serie di aspetti, quali: navigazione tattica, realizzazione di un bivacco, topografia, attivazione di un punto di osservazione, prove di trasmissioni, superamento di un ostacolo naturale, recupero di un militare travolto da valanga, prove di tiro e trasporto di un ferito. L’assenza di un manto nevoso ha comportato anche il superamento di condizioni climatiche particolarmente dure soprattutto nel pennottamento all’addiaccio. Infatti con l’assenza della neve e giornate serene le temperature scendono maggiormente durante il periodo notturno ed altresì viene a mancare la possibilità di bivaccare in truna, ovvero di scavare una buca nella neve per mitigare le rigide temperature con un migliore isolamento.

Steel Blizzard

La capacità di muovere e combattere in montagna, tipiche del mountain warfare in quota ed in condizioni ambientali e climatiche avverse per la presenza di neve, ghiaccio e rigide temperature, in un contesto internazionale, multidimensionale ed interforze sono state il tema della Winter Resolve e della Winter Strike, due eventi separati ma consequenziali sui quali si è articolata l’esercitazione Steel Brizzard.

- Winter Resolve

Avviata il 28 febbraio e terminata il 3 marzo è stata un’attività continuativa che ha visto personale del 3° Reggimento Alpini, i paracadutisti americani del 173rd Airborne Brigade di Vicenza ed un plotone di Chasseurs alpins della 27ᵉ Brigade d’Infanterie de Montagne operare attività congiunte nelle zone di Col Bousson e di Pian dell’Alpe su due archi notturni, particolarmente impegnative per le basse temperature registrate e per la scarsa presenza di neve. Per il trasporto del personale impegnato nell’esercitazione e dei materiali e degli assetti sono stati utilizzati due UH-90 dell’AVES e due convertiplani MV-22B Osprey del VMM-365 Blue Knights dei Marines – assegnato dal novembre scorso alla NAS di Sigonella – che già avevano partecipato a esercitazioni ed eventi addestrativi in varie parti d’Italia. In particolare gli Osprey hanno effettuato diverse missioni addestrative sia per i propri equipaggi a quote ben superiori ai due mila metri su terreni innevati sia per le gli alpini in operazioni di trasporto di materiali al gancio baricentrico e di imbarco e sbarco truppe nonché di soccorso utili e formative per i Soccorritori Militari e per i Recuperatori Militari con operazioni al verricello condotte in varie configurazioni.

- Winter Strike

Il 10 marzo, ha fatto seguito la Winter Strike, esercitazione a partiti contrapposti (Blue Force e Red Force) svolta presso l’area esercitativa del Pian dell’Alpe. Lo scenario ha visto la Blue Force intervenire per eliminare delle forze avversarie, Red Force, a seguito di una loro penetrazione nel territorio nazione e posizionate in modo da costituire una seria minaccia per il supporto logistico ed il comando e controllo, con unità di artiglieria, antiaeree e di guerra elettronica. Sono state quindi sviluppate operazioni di carattere offensivo per eliminare la minaccia consolidata, condotte con unità di fanteria alpina, integrando elementi della Brigata Informazioni Tattiche, con radar Ranger, UAV RQ-11B Raven, e jamming per il controllo e disturbo delle comunicazioni avversarie, e con il supporto di fuoco di mortai pesanti e leggeri e di assetti aeromobili.
Il concetto operativo è consistito nell’individuazione prima ed eliminazione conseguente delle difese antiaeree avversarie costituite al fine di sfruttare appieno il supporto della terza dimensione per la neutralizzazione delle forse avversarie.
Nelle fasi Find-Fix-Strike, dopo la conferma delle posizioni delle unità avversarie da parte di assetti UAV, è stato aperto il fuoco sulle postazioni rilevate con i mortai pesanti da RT-F1 da 120 mm. posizionati nelle retrovie delle linee amiche è stato richiesto l’intervento da parte di Tornado del 6° Storm con azioni di CAS per battere le postazioni di artiglieria avversaria. Tre UH-205 del 4° Rgt. AVES Altair hanno condotto azioni di neutralizzazione di una postazione radar per il rilevamento  dei movimenti delle Blue Force, uno di questi in versione armata e scorta con armi di reparto per la copertura di un secondo che, con a bordo un team di tiratori scelti con armi tiri di precisione, ha condotto attività di helysniping, mentre un terzo ha infiltrato del personale con la tecnica del rappeling. Un CH-47F del 1° Rgt AVES Antares con la tecnica fast rope ha infiltrato personale alle spalle di alcuni obiettivi per coadiuvare l’attacco portato da un plotone di Chasseurs alpins. Sul terreno unità di fanteria alpina si sono mosse sfruttando la copertura data dalla conformazione  dello stesso per un avvicinamento alle posizioni nemiche supportate dai blindati BV.206S7 utilizzati come basi mobili di fuoco.
La fase finale Exploit ha previsto il brillamento delle armi e delle munizioni nemiche catturate, il dislocamento in area di un mortaio da RT-F1 da 120 trasportato al gancio baricentrico da un UH-205 ed operazioni MEDEVAC di alcuni feriti impiegando sempre una coppia di UH-205 con il recupero sia al verricello, sia con l’imbarco a terra.

L’area addestrativa di Pian dell’Alpe fa parte del Parco naturale dell’Orsiera-Rocciavrè ed è quindi soggetta a rigidi vincoli ambientali. Peraltro, le truppe Alpine sono per cultura e tradizione da sempre tutori dell’ambiente montano e in particolare nel corso di eventi esercitativi pongono estrema attenzione per evitare al massimo qualsiasi impatto negativo su territorio, riducendone le cause e rimuovendo accuratamente tutti i materiali che potrebbero essere e rimanere dispersi, come ad esempio i bossoli delle armi individuali soprattutto da parte delle truppe in movimento. Per ridurre drasticamente questo aspetto è stato adottato un sistema brevettato per il recupero dei bossoli per l’arma individuale ARX-160.
Denominato Green Bag Openland  è costituito da una piastra che viene rapidamente installata sull’arma all’altezza della feritoia per l’espulsione dei bossoli alla quale viene collegata una sacca di raccolta in grado di contenere fino a 90 bossoli pari quindi a tre caricatori da 30 colpi.  Questo dispositivo risulta estremamente utile e versatile durante l’utilizzo dell’arma in War Game o con sistemi di simulazione tipo MILES per attività Forces on Forces con l’impiego di munizionamento a salve, annullando in pratica la ricerca e la raccolta di bossoli dispersi sul terreno.
Durante la Winter Strike è stato anche utilizzato il Sistema Interattivo di Addestramento Terrestre SIAT. Questo permette una realistica percezione dell’efficacia delle azioni per entrambe le due forze a confronto. Sulle armi, utilizzanti un munizionamento a salve, sono stati installati i sistemi di simulazione in grado di replicarne, attraverso l’emissione di raggi laser di classe 1 (sicuri per l’uomo e per l’ambiente), le traiettorie e gli effetti del fuoco diretto sul personale. Ogni componente della Blue Force e della Red Force è stato dotato di sensori passivi sull’elmetto, sul petto, sulla schiena in grado di interagire con il segnale laser emesso dalle armi e di determinare in quale parte del corpo è stato ferito consentendo e di determinare anche la tipologia del danno subito, utile al fine di attivare eventualmente le relative procedure di intervento e di sgombero sanitario.

Winter Rescue

L’espressione dell’articità e della verticalità non può prescindere dalla sicurezza, concetto che le Truppe Alpine hanno declinato nei vari ambiti, il Soccorso Alpino Militare, il servizio Meteomont e le capacita del Soccorso Piste impiegato nei comprensori sciistici. Un supporto non solo alle attività prettamente addestrative ed operative delle Truppe Alpine, ma da tempo esteso al settore civile e ricorrente in occasione di eventi calamitosi o emergenziali.

Quest’ultima attività rappresenta l’esercitazione principale per quanto riguarda il soccorso invernale e le Squadre di Soccorso Alpino Militare sono il risultato dell’investimento dell’Esercito e delle truppe Alpine in quest’ambito.
E’ dello scorso anno la stipula dell’accordo di stretta collaborazione tra il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e il Soccorso Alpino Militare nella formazione del personale e nell’impiego operativo.
Ogni squadra del Soccorso Alpino Militare è un team composto da otto operatori, con qualifiche specifiche e diversificate per una completa copertura delle competenze richieste: quella di base OSAM (Operatore Soccorso Alpino Militare), quella avanzata di TESAM (Tecnico di Soccorso Alpino Militare) – paritetiche alle corrispettive civili del CNSAS – e quella di vertice di REM (Recuperatore Militare) che permette di operare il recupero a bordo di un elicottero.
Il team è  composto da almeno due TESAM e da un REM, due Soccorritori Militari, con specifica di primo soccorso in ambiente combat, indispensabile nel soccorso valanghivo al fine di una prima valutazione degli infortunati ed per la loro eventuale stabilizzazione, almeno due Assistenti piste, nonché di uno o più Esperti militari neve e valanghe per la valutazione sulla sicurezza della scena montana.
Nell’esercitazione Winter Rescue, svoltasi in località Monte Rocca, è stato simulato l’intervento in un evento valanghivo come effettivamente viene a verificarsi nella situazione reale di una emergenza, quindi con la presenza della catena di comando e controllo, l’individuazione, il soccorso ed il recupero con l’impiego degli assetti, dell’Esercito, del CNSAS e della Guardia di Finanza con un gruppo cinofilo, ed il supporto dalla terza dimensione dell’AVES.
Il quadro esercitativo ha previsto, in un’area colpita da una valanga con la segnalazione di tre persone disperse, l’inserzione delle squadre di soccorso per via terrestre con  un cingolato all terrain BV.206S7 e per via aerea con  CH-47F, utilizzo in questo caso la discasa mediante fast rope (abilitazione questa, esclusiva delle Squadre di soccorso alpino militare) coadiuvando così le squadre di soccorso del CNSAS e della Guardia di Finanza. Le ricerche sono state effettuate utilizzando il sistema ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in VAlanga), il sondaggio a pettine sulla valanga e l’utilizzo dei cani da valanga della Guardia di Finanza. E’ stato simulato che una un disperso fosse finito in un canalone sepolto da una ccumulo di neve, considerata la difficoltà di accesso è stata allestita una teleferica tra due BV.206, quali punti di ancoraggio, che ha permesso ad un soccorritore di calarsi in corda doppia sulla verticale.  Le esfiltranzioni sono state effettuate per via aerea con un UH-205 operate al verricello dai recuperatori militari (REM).

SPECIAL GALLERY

I REPARTI PARTECIPANTI

“Un reparto è veramente addestrato quando ciascuno dei suoi componenti sa assolvere al suo compito particolare meglio di come lo dovrà assolvere in combattimento”
Col. E. Faldella – 28.3.1942

Salvo diversa indicazione il credito fotografico appartiene a Esercito Italiano/Comalp

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