Volpe Bianca Winter Resolve

di Dino Marcellino

L'edizione 2024 dell’esercitazione invernale delle Truppe Alpine vede una frammentazione delle attività

Storicamente gli eventi esercitativi che compongono l’importante esercitazione ‘Volpe Bianca’, addestramento specialistico per le Truppe Alpine dell’Esercito pronte a operare anche in clima artico, venivano programmati annualmente su di una unica sede e concentrati nello stesso periodo, svolgendosi ad anni alterni in Piemonte piuttosto che nell’area Dolomitica. L’edizione 2024 vede per la prima volta una frammentazione delle attività:

Il 23 e 24 gennaio si è svolta in Piemonte l’esercitazione “Winter Resolve”, con prova finale dell’atto tattico dimostrativo, il primo dei tre eventi esercitativi che compongono “Volpe Bianca”, il sistema di esercitazioni annuali dedicato al “Mountain Warfare” in ambiente invernale, organizzato dalle Truppe Alpine dell’Esercito.
Nel mese di febbraio, in Alto Adige a Corvara e San Candido, avranno luogo le altre due importanti sotto-esercitazioni, la “Ice Patrol”, che vedrà la partecipazione di una pattuglia di otto militari per ciascun Reggimento delle Truppe Alpine in una missione di ricognizione lungo un itinerario di circa 20 chilometri – percorso nell’arco di tre giorni e due notti – e la “Ice Challenge”, una sorta di biathlon in chiave militare che combina una gara di scialpinismo con una di tiro a segno.

L’esercitazione, nel suo complesso, vedrà impegnati nell’arco di circa 2 mesi oltre 1.000 Alpini provenienti dalle Brigate Alpine Julia e Taurinense, oltre che dal Centro Addestramento Alpino, ai quali si aggiungono unità dell’Esercito Romeno e Francese e numerosi osservatori provenienti da diversi Eserciti dei paesi della NATO.

Winter Resolve – Scenario pluriarma e multidominio

Abbiamo assistito all’atto tattico dimostrativo della prima fase esercitativa, Winter Resolve, che ha visto il Gruppo Tattico Saluzzo (Task Group Saluzzo) del 2° Reggimento Alpini, della Brigata Alpina Taurinense, addestrarsi nel combattimento in montagna, in un contesto caratterizzato da condizioni ambientali e meteorologiche sfidanti, nell’area dell’alta Val di Susa e dell’alta Val Chisone, in preparazione all’esercitazione internazionale “Nordic Response”, che si svolgerà in Norvegia e coinvolgerà più di 20.000 militari di forze aeree, terrestri e navali provenienti da diversi paesi della NATO; la prestigiosa esercitazione NATO, a guida Norvegese, denominata “Nordic Response 24” vedrà gli uomini e le donne del DOI operare al fianco dei partners Internazionali a Nord del Circolo Polare Artico, nella regione del Finnmark, mai raggiunto prima da soldati italiani ed in cui neppure i battaglioni regolari dell’Esercito Norvegese sono soliti operare.
Il combattimento simulato è andato in scena al Pian dell’Alpe, in Val Chisone, una località che ben si addice a testare il movimento di truppe in alta montagna ed in ambiente innevato; il pianoro, un anfiteatro contornato da splendide montagne, è ubicato ad una quota di 1890 metri ed offre ampio spazio sia per il movimento al suolo che per le operazioni di supporto con elicotteri.
L’atto tattico ha visto confrontarsi due schieramenti: le forze nemiche, a livello di plotone, attestate al limitare ovest dell’area ed occupanti un deposito di armi e munizioni ed alcune postazioni difensive, mentre le forze amiche, il Task Group Saluzzo, sono state impegnate in un complesso avanzamento sul terreno con lo scopo di neutralizzare le suddette posizioni nemiche.

Winter Resolve – Le operazioni

Il Task Group Saluzzo è composto da due plotoni fucilieri, un plotone da ricognizione, un plotone supporto alla manovra al cui interno operano due squadre controcarri equipaggiate con sistema d’arma missilistico Spike LR1 e LR2, una squadra mortai medi da 81mm, un team di tiratori scelti, una squadra di Soccorso Alpino Militare, un Tactical Air Control Party TACP.
Il reparto è rinforzato da alcune altre componenti che andiamo a scoprire nel corso dell’esercitazione.

Con il Task Group pronto a muoversi dalle rispettive posizioni – Assembly Area – le squadre Electronic Support Measures del 33° Reggimento intercettano le trasmissioni avversarie individuando così la loro posizione. Il Comandante del Gruppo Tattico si avvale di un UAV Raven, del 41° Reggimento Sorveglianza ed acquisizione obiettivi IMINT Cordenons, per effettuare una ricognizione aerea delle posizioni nemiche, ricevendo in tempo reale immagini e filmati delle stesse.
Il Raven è un velivolo senza pilota equipaggiato con una telecamera elettro ottica all’infrarosso, può coprire una distanza di 10 chilometri e rimanere in volo fino a 90 minuti.

Si ritiene quindi necessario richiedere in supporto diretto alle truppe a contatto l’intervento di un velivolo Tornado dell’Aeronautica Militare, in forza la 6° Storno di Ghedi, in azione di Close Air Support.
La difesa anti-aerea è assicurata da una sezione V/SHORAD Very Short Range Air Defence costituita da due postazioni tiro equipaggiate con sistema d’arma missilistici terra-aria Stinger.
A terra un veicolo all-terrain BV206.S7 ha posizionato un obice da 105/14 ora pronto a fare fuoco, mentre contestualmente il team di tiratori scelti attacca alcuni obiettivi remunerativi. Il team è equipaggiato con il fucile di precisione Sako TRG42 ed il fucile da assalto ARX 200.

Grazie alle informazioni acquisite da una squadra esplorante del Reggimento Nizza Cavalleria il 1° Plotone fucilieri inizia l’assalto, supportato dal fuoco di una squadra mortai medi da 81mm, equipaggiata con slitta Pulka, e con la copertura contro-carro fornita da una squadra del plotone supporto alla manovra ed equipaggiata con sistema missilistico Spike, sistema di 5° generazione con gittata che varia dai 200 ai 5500 metri.
Con modalità simili muove anche il 2° Plotone fucilieri all’attacco del rispettivo obiettivo. I fucilieri possono muoversi anche avvalendosi degli sci e sono dotati di fucile d’assalto Beretta ARX 160, il quale può essere utilizzato anche come lanciagranate ed equipaggiato con puntatore laser. Altre armi in dotazione sono la mitragliatrice leggera FN Minimi, dal sistema lanciarazzi a corta gittata Panzerfaust 3, dal mortaio Commando da 60mm, dal fucile a canna liscia Franchi Spas15; ogni singolo alpino ha in dotazione una radio PRR. Un apposito apparato radio gestisce le comunicazioni a livello plotone-compagnia.

Il 2° Plotone offre anche copertura ad una squadra di guastatori alpini, del 32° Reggimento Genio, che provvedono al forzamento di un ostacolo. Altre due squadre di alpieri sopraggiungono trainate da mezzi BV206.D6 adottando la tecnica skijoring, vale a dire più alpini sciatori trainati dal mezzo cingolato tramite una singola corda; una volta sganciati dal traino gli alpieri approcciano l’obiettivo, il deposito armi e munizioni, utilizzando una formazione detta a ‘brick’, utile per l’irruzione i un edificio.

Un Soccorritore militare, integrato nell’unità e con capacità di primo soccorso avanzato, presta soccorso ad un militare rimasto ferito nell’azione preparandolo per l’esfiltrazione, per la cui evacuazione viene richiesto l’intervento di un elicottero UH-205A appartenente al 34° Distaccamento permanente AVES Toro.
Dall’elicottero, che si mantiene in hovering nei pressi della persona da evacuare, due operatori del soccorso si calano a terra utilizzando la tecnica rappelling, discesa rapida su fune; raggiunto il ferito lo dispongono per il suo recupero che avverrà a cura di un elicottero UH-90A del 5° Reggimento AVES Rigel, tramite l’utilizzo del verricello.
In conclusione dell’esercitazione i guastatori provvedono alla distruzione dei pezzi di artiglieria nemici.

Quota e freddo

Evidente come l’esercitazione descritta sia estremamente complessa, seppur limitata nel tempo e nello spazio, che coinvolge una pluralità di attori altamente specializzati.
Le Truppe Alpine in particolare mantengono immutate nel tempo le unanimemente riconosciute doti di professionalità, dedizione e sacrificio che da sempre le contraddistinguono e che le rendono uno dei corpi più amati ed apprezzati, non solo in Italia.

I concetti chiave che vengono sviluppati dall’esercitazione ‘Volpe Bianca’ sono riconducibili alla “verticalità”, cioè l’abilità di dominare la quota e operare in montagna, all’ “articità”, ossia la capacità di operare per lungo tempo in condizioni climatiche estreme e all’ “internazionalità”, ossia l’interoperabilità con eserciti alleati e partner. All’esercitazione hanno preso parte un Plotone della 30° Brigata da montagna delle Forze Amate Rumene e due ufficiali tirocinanti dell’Armée de Terre francese.
A margine dell’evento ha preso parte anche un elicottero CH-47F Chinook dell’AVES per il trasporto in loco di personale accreditato.

Diversi anche gli eventi collaterali previsti, tra i quali alcuni concerti delle Fanfare delle Brigate Alpine Julia e Taurinense nelle località di esercitazione. La cerimonia di chiusura è prevista per domenica 25 febbraio presso la piazza del Magistrato a San Candido e sarà un evento congiunto con la cerimonia di chiusura delle “Alpiniadi invernali” dell’Associazione Nazionale Alpini.

Si ringrazia per la cortese disponibilità l’Ufficio Pubblica Informazione del Comando Truppe Alpine

Nota della Redazione

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