Nave Luigi Rizzo in bacino

Un momento particolarmente delicato per l’equipaggio e per il personale palombaro che svolge attività subacquee

l 20 ottobre nave Rizzo è entrata in bacino nel porto di La Spezia. L’ingresso in bacino rappresenta l’ultimo capitolo di un’attività iniziata 83 giorni prima. Dopo la designazione quale flagship dell’Operazione europea di antipirateria nel Corno d’Africa “Atalanta“, l’equipaggio della nave è stato sottoposto a 2 tamponi e ad un periodo di isolamento a bordo di 14 giorni. Tale protocollo ha garantito il raggiungimento della condizione di “COVID free” in linea con le direttive anti-Covid19 in vigore.

Tornata in Italia il 13 ottobre scorso, ha condotto la manovra di ingresso in bacino che è durata poco più di 24 ore e si è sviluppata in due delicate fasi: la prima relativa all’ingresso in bacino, e la seconda, conclusasi nella giornata successiva, finalizzata allo svuotamento e al posizionamento di precisione sulle taccate.

Questa operazione rappresenta un momento particolarmente delicato e richiede la massima concentrazione sia per l’equipaggio, intento a manovrare l’Unità in spazi ristretti, che per il personale palombaro che svolge attività subacquee per centrare la Nave su strutture costruite sul fondopermettendone la messa in secco, in considerazione anche delle particolari linee di carene delle nuove Navi che impongono sensibili modifiche e adeguamenti alle attività preparatorie all’ingresso.

Le operazioni subacquee durante la messa in secca di una unità navale rappresentano, infatti, una centenaria tradizione che i palombari della Marina Militare si tramandano: dai pesanti scafandri in rame con sistemi di alimentazione dell’aria in pressione manuale si è passati ai più moderni e confortevoli caschetti leggeri, dotati di sistemi di comunicazione e video, ma ora come allora il duro lavoro subacqueo e la professionalità sono unici.

È proprio in acqua con scarsa visibilità e sotto il “peso” di una Nave che lentamente si poggia sul fondo, che i Palombari del Gruppo Operativo Subacqueo di COMSUBIN, sistemano, ricostruiscono e centrano, le strutture e le “taccate”, che sorreggeranno l’Unità al momento della posa definitiva e dell’incaglio controllato. La Nave, in secca sopra il suo solido letto in quercia, è ora pronta per essere manutenuta sia nella sua globalità strutturale che in una delle parti più importanti: “l’opera viva”.

(Fonte e Foto MMI, Fabrizio Buonaccorsi – Alessandro Veri) – 02 novembre

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